Pagina:Storia di Milano I.djvu/264

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del quale concorsero a formare la città; e vi è una carta di quell’augusto che ha la data: In episcopatu papiensi, in obsidione Roboreti. L’assedio fu ostinato, e durò tutto l’inverno, che fu anche più del solito rigido. Questi avvenimenti vengono raccontati sotto aspetti assai diversi dagli scrittori tedeschi, di quello che li riferiscano gli scrittori italiani. Federico è un eroe per quelli; è un barbaro tiranno per questi; io però mi attengo principalmente agli autori tedeschi, acciocchè non sia il mio racconto sospetto di parzialità. Il monaco Gottofredo, tedesco, dice che la nuova città di Alessandria era popolata da ladroncelli, da rapitori e da servi che erano scappati dai loro padroni: Multitudo latrunculorum, raptorum, servorum dominos fugientium, incolebat. Pare veramente difficile che degli alleati volessero impegnarsi tanto per la salvezza di uomini che avessero loro rubato e disertato dal loro servigio. Comunque sia, l’autore istesso ci riferisce che ivi: Magna costantia ex utraque parte militaris res fervebat: interdum ex his et illis quidam capti, nonnulli occisi et suspensi sunt. Imperator vero quiddam laude dignum gessit. Tres enim ex captis ante faciem ejus cum essent ducti, mox oculos eorum erui praecepit. Duobus primum coecatis, tertium, juniorem aliis, cur contra Imperium ribellis existeret inquisivit; ast ille: non (inquit) contra te Caesar, vel imperium tuum gessi: sed habens dominum in civitate, ejus jussis paravi, et ei fideliter servivi: qui si tecum contra cives suos pugnare voluerit, aequa vice ei fideliter serviam. Quibus