Pagina:Storia di Milano I.djvu/406

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Perciò egli ottenne la signoria di Milano dal consiglio generale della città, il giorno 14 marzo 1330; e così si ritrovò sovrano e principe senza contrasto alcuno. Azzone veramente meritava d’essere il primo della sua patria; e già mentre signoreggiava Galeazzo I, di lui padre, s’era guadagnato un nome distinto nella milizia, avendo egli acquistato borgo San Donnino, aiutato il Bonacossi a battere i Bolognesi, ed assistito Castruccio Antelminelli a battere i Fiorentini. Azzone in quest’incontro non dimenticò di far correre il palio sotto le mura di Firenze, per bilanciare il trattamento che i crocesignati fiorentini avevano fatto, due anni prima, ai Milanesi. Allora fu che egli acquistò la stima e l’amicizia di Castruccio; il che poi fu la cagione per cui egli e il padre e gli zii riacquistarono, siccome dissi, la libertà.

Appena si trovò Azzone alla testa d’uno Stato tranquillo, ch’ei pensò a circondare di mura la città. Le antiche di Massimiano Erculeo, cioè quelle che sono parallele al sotterraneo condotto delle acque e delle chiaviche, erano state demolite al tempo di Federico I. Le mura di Azzone si fabbricarono al luogo medesimo in cui si formò il terrapieno, ossia il fossato, nell’assedio di Barbarossa, e s’innalzarono nelle parti della città che ancora oggi chiamansi Terraggio, con vocabolo che nasce dalla barbara latinità, per indicare un terrapieno, ossia un rialzamento di terra e di legna; ad oggetto di preservare i cittadini dalle incursioni e dagl’insulti dei nemici. Celebrò Azzone le sue nozze con Catterina di Savoia, figlia del conte Lodovico, e magnificamente le celebrò. Azzone stese la signoria