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Del conte di Virtù, e della erezione del ducato di Milano

Per lo spazio di sette anni ancora, dopo la morte di Galeazzo II, continuò ad essere separato in due parti lo Stato de’ Visconti, reggendo l’eredità del padre il conte di Virtù, e continuando a regnare Barnabò sulla sua porzione. Il Gazata nella sua Cronaca ci racconta che Barnabò aveva comprata la città di Reggio da Feltrino Gonzaga, collo sborso di cinquantamila fiorini d’oro; e che per diventar padrone di alcune ròcche e castella di quel distretto, egli s’impadronì di Francesco Fogliano; ed avutolo nelle sue mani, gli fece intimare che o doveva indurre Guido Fogliano. dì lui fratello, a consegnare a Barnabò le fortezze ch’egli possedeva, ovvero questi sicuramente lo faceva impiccare; quantunque tra il Fogliano e Barnabò non vi fosse mai stata altercazione alcuna. Il povero Francesco Fogliano fece ogni sforzo per indurre colle sue lettere il fratello a riscattarlo. Guido credette che non si sarebbe mai imbrattato il Visconti con una così obbrobriosa macchia; ma s’ingannò, perchè Barnabò fece sospendere Francesco alle forche, sulle mura di Reggio, il giorno 7 dicembre 1372. Il conte di Virtù aveva questo terribile collega. Il conte era giovine di venticinque anni. Egli s’era più volte presentato al nemico con valore, allorquando i collegati invasero lo Stato; ma non aveva dato saggio nemmeno d’avere i talenti d’un buon comandante. Aveva egli stretti vincoli di sangue colla casa di Francia, colla casa di Savoia, colla casa d’Inghilterra: