Pagina:Storia di Milano I.djvu/528

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che uccideva più di seicento persone al giorno. L’interno disordine in Milano giunse a tal segno, che i generali saccheggiavano le case de’ ricchi cittadini, facevano i corsari, depredando le mercanzie che navigavano sul Po, e persino, impadronitisi del castello di Milano, scaricavano l’artiglieria sopra della città, nella quale pure vi stava lo stesso duca. Bastano questi fatti per concepire una idea precisa della minorità di quel principe; ed io mi credo lecito di trascurare una immensa serie di azioni cattive, uniformi e minute, che nulla ci insegnano di più, e inutilmente renderebbero sempre più meschino il racconto storico di que’ tempi. Il duca Giovanni Maria era un impasto di stranissima ferocia. La crudeltà in lui sembra che nascesse non da vendetta nè da impetuose passioni, ma piuttosto da mancanza di riflessione; come si vede ne’ fanciulli, che atrocemente incrudeliscono contro i più deboli e timidi animali, senza avvedersene, poichè nulla pensando allo spasimo d’un vivente sensibile, unicamente si divertono nel fenomeno che producono, e si consolano della loro superiorità. Tale sembra che fosse il carattere di Giovanni Maria, il di cui sovrano piacere era quello di vedere sbranare gli uomini da robusti mastini, ch’egli nodriva per tale oggetto, nel tempo stesso in cui, timido ed imbecille, obbediva con sommessione a qualunque de’ generali, i quali a vicenda comparendogli davanti colla forza, lo soggiogavano e lo rendevano pupillo, anche dopo terminata che fu l’età minore: sorta di principato pessima sopra tutte le altre; poichè le tirannie si commettevano, senza che il vero autore nemmeno compromettesse il suo nome.