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cento cinque anni dopo la loro venuta; il cambiamento di fortuna percosse i re e i duchi. Il popolo longobardo rimase sotto la protezione della nuova dinastia, come vi rimasero gli altri abitatori. Da ciò ne deriva che si videro nei secoli dappoi tre nazioni distinte naturalizzate nella Lombardia, viventi in pace fra di loro, ma professando ciascheduna di vivere colle leggi della propria origine. Gli antichi abitatori professavano di vivere colla legge romana, e a tenore di essa erano giudicati; i Longobardi professavano la legge longobarda; i Francesi, che s’andarono domiciliando nella Lombardia, professavano la legge Salica; e così nelle antiche carte rare volte accade che leggasi un nome senza l’aggiunta: qui professus est vivere lege Romanorum; ovvero qui visus fuit vivere lege Longobardorum; ovvero qui professus sum, natione mea, lege vivere Salica, e simili dichiarazioni; e questa dichiarazione era opportuna e forse necessaria, acciocchè i contraenti potessero conoscere il valore delle reciproche obbligazioni che incontravano, dipendendo queste in gran parte dal codice sul quale si doveva decidere la controversia, al caso che nascesse. Questo prova la rettitudine e l’umanità usata da Carlo Magno, il quale si rese celebre per le conquiste e per una vastissima dominazione, e tale che, dopo di lui, nessun altro monarca in Europa ha riunito sotto di sè tanti regni. Le virtù di quel monarca gli lasciarono la fama d’essere stato degno della elevazione a cui lo innalzò la fortuna, ossia, per adoperare un linguaggio più vero, d’aver egli corrisposto al grado a cui venne dalla divinità sublimato.

Abbiamo una moneta di Carlo Magno coniata in Milano, e la conservo nella mia raccolta; in