Pagina:Storia di Milano II.djvu/122

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infelice duca mentre egli cavalcava fra i Grigioni prima di giungere nel Tirolo; ma siccome il tradimento si eseguì e manifestò il giorno diecisette di settembre del 1499, cioè quattordici giorni dopo che Lodovico era già partito da Como, mi pare più verosimile la cronaca del Grumello, che dice: et ritrovandosi epso Ludovico in la cita di Insprucho in sua camera, assentato sopra il suo lecto, parlando co’ suoi gentilhomini di riacquistar el stato suo di Milano, hebe nuova del perduto castello suo di porta Giobia. Leggendo le lettere recepute, intendendo nuova pessima, stando sopra di sè, non parlando come fusse muto, alciando gli occhi al cielo, disse queste poche parole; da Juda in qua non fu mai il maggior traditore di Bernardino Curzio; et per quello giorno non mosse altre parole.

Resasi per tal modo l’armata francese padrona in un baleno del ducato di Milano, il re Lodovico XII immediatamente scese dalle Alpi; il 21 settembre fu a Vercelli, il 23 a Novara, il 26 a Vigevano, che egli eresse in marchesato e lo conferì al Trivulzio, che assunse il titolo di marchese di Vigevano e vi battè monete. Questo marchesato gli fu dal re dato in compenso dell’artiglieria del castello di Milano, che doveva essere per metà del Trivulzio. Lodovico XII entrò solennemente in Pavia il giorno 2 di ottobre, e il giorno 6 dello stesso mese fece il suo pomposo ingresso in Milano, per Porta Ticinese. Gli ambasciatori dei Veneziani, Fiorentini, Bolognesi, di Siena, di Pisa e di Genova conducevano seco loro un seguito di seicento cavalli, e andarono incontro