Pagina:Storia di Milano II.djvu/158

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come diceva poi, liberatore d’Italia dai barbari. I Francesi non avevano nell’Italia se non mille e trecento lance e ducento gentiluomini, parte a Brescia, parte a Bologna, parte a Faenza.

Il governatore di Milano e comandante delle armate francesi nell’Italia era il gran maestro Carlo d’Amboise di Chaumont, il quale, nel 1505, era succeduto al signore du Benin; e questi aveva avuti due altri prima di lui, il maresciallo Trivulzio e il cardinale di Rohan. Questo quarto governatore morì di malattia in Coreggio, il 10 marzo 1511, e venne trasportato solennemente in Milano il 31 di esso mese. Il Prato ci descrive quel corredo funebre. Due cavalli coperti di velluto nero, ricamato d’oro, portavano il sarcofago, similmente coperto, con sopra la collana d’oro di San Michele. Precedevano cinque cavalli coperti sino a terra di velluto nero. Sul primo eravi un paggio con in mano la lancia: sul secondo, altro paggio portando un bastone dorato; sul terzo, un simile con mazza dorata; sul quarto il paggio aveva sul capo l’elmo dorato, e nella mano lo stocco; il quinto cavallo era a sella vuota, collo stocco pendente dall’arcione, ed era condotto a mano. Veniva poi la cassa di piombo, portata e coperta come ho scritto; seguitavanla i soldati e cortigiani, tutti in lutto, con abiti sino a terra, e con certi cappucci in capo, con cui quasi elefanti mi sembravano, dice il Prato. Indi seguivano quattrocento poveri, vestiti di nuovo, con torce nere in mano; poi quanti preti e frati v’erano in Milano, venivangli dietro con torce in mano. Il Duomo, ove la pompa finì, era tutto coperto di panni funebri, ed ornato di torce in sì