Pagina:Storia di Milano II.djvu/230

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scelta squadra de’ suoi Milanesi, marciò ad Abbiategrasso, e impetuosamente per assalto se ne impadronì, e poco dopo l’ammiraglio Bonnivet ripassò i monti, e così terminò questa spedizione. Sgraziatamente però terminò per Milano la vittoria di Abbiategrasso, poichè eravi la pestilenza; ed i Milanesi vincitori la portarono nella patria, la quale pestilenza fu una delle più funeste e micidiali. La strage maggiore seguì nei mesi caldi di giugno, luglio ed agosto del 1524. La cronaca del Grumello dice: et fu un pessimo sacco per la città Mediolanense. Apichata fu peste crudelissima in epsa città per le robe amorbate d’epso castello portate in dicta cittate, si existima moressero de le anime octanta millia, et più presto de più che di mancho; e Burigozzo fa ascendere la mortalità a più di centomila persone. Una cronaca originale, che si conserva in Pavia presso la nota famiglia de’ conti Paleari, intitolata: Relazione delle cose successe in Pavia dall’anno 1524 al 1528, del molto magnifico signor Martino Verri, dice che in Milano, per la pestilenza del 1524, morirono la metà delle persone, e quella durò per tutto il mese di agosto. Il Sepulveda asserisce che più di cinquantamila uomini vi perirono. Il Bescapè, nella vita di san Carlo, dice: