Pagina:Storia di Milano II.djvu/288

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pronta a marciare senza capitani, minacciò di uccidere chi parlasse di ordini contrari. Sepulveda porta opinione che il Borbone accettasse il comando di questa armata per disperazione di miglior partito, attesa l’assoluta deficienza degli stipendi; al che concorda eziandio il Grumello926.

(1527) Partì adunque da Milano il Borbone verso la metà di gennaio del 1527, e andò ad unirsi verso Piacenza coi Tedeschi di Giorgio Frandsperg, seco conducendo cinquecento uomini d’arme, molti cavalli leggieri, quattro o cinquemila Spagnuoli, e circa duemila fanti italiani; i quali, uniti co’ tredici o quattordicimila fanti del Frandsperg, formarono un potentissimo esercito; e d’accordo si proposero, come fecero, d’inoltrarsi a Firenze ed a Roma, depredando e saccheggiando per via tutte le città e luoghi del loro passaggio. Il Frandsperg si ammalò in cammino, e fu trasportato