Pagina:Storia di Milano II.djvu/74

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(1469-470) Il duca Galeazzo amava la pubblica magnificenza, e a tal fine comandò che si lastricassero le vie di Milano: il che non fu puocha graveza, ma quasi intollerabile danno, dice il Corio. Francesco di lui padre le fece riattare. Sarà stata una saggia provvidenza quella di lastricarle solidamente: ma tai riforme di lusso si fanno giudiziosamente e per gradi. (1471) La pompa del duca si palesò singolarmente nel maestoso viaggio ch’ei fece colla duchessa a Firenze l’anno 1471. Condusse egli un tal corredo, che oggidì nessuno de’ monarchi d’Europa penserebbe nemmeno a simile teatrale rappresentazione. Il Corio ce la descrive minutamente; ed io la racconterò, perchè simili oggetti danno idea del modo di pensare di que’ tempi. I principali feudatari del duca ed i consiglieri gli fecero corte, accompagnandolo nel viaggio con vestiti carichi d’oro e d’argento; ciascun di essi aveva un buon numero di domestici splendidamente ornati. Gli stipendiari ducali tutti erano coperti di velluto. Quaranta camerieri erano decorati con superbe collane d’oro. Altri camerieri aveano gli abiti ricamati. Gli staffieri del duca avevano la livrea di seta, ornata d’argento. Cinquanta corsieri con selle di drappo d’oro e staffe dorate: cento uomini di armi, ciascuno con tale magnificenza, come se fosse capitano: cinquecento soldati a piedi, scelti: cento mule coperte di ricchissimi drappi d’oro ricamati; cinquanta paggi pomposamente vestiti: dodici carri coperti di superbi drappi d’oro e d’argento: duemila altri cavalli e duecento muli coperti uniformemente di damasco per l’equipaggio de’ cortigiani. Tutta questa strabocchevole pompa andava in seguito