Pagina:Storia di Milano II.djvu/93

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che Lodovico il Moro si rese padrone dell’erario, e passò a disporre il tutto da sè. Promuoveva alle cariche, faceva le grazie, appena lasciava al nipote il nome di duca. Il duca Giovanni Galeazzo e la duchessa Isabella scarsamente erano alimentati e penuriavano di ogni cosa, sebbene fosse già stata feconda la duchessa d’un bambino, nato in febbraio 1491. Posta in tale angustia la Isabella, trovò modo di renderne informato Alfonso, di lei padre. Il re di Napoli spedì a Lodovico il Moro i suoi oratori, i quali, con somme lodi innalzando quanto come tutore aveva fatto, conclusero chiedendogli che abbandonasse il governo dello Stato al duca Giovanni Galeazzo, che già contava il vigesimoterzo anno dell’età sua. Lodovico trattò con onorificenza gli oratori del re Ferdinando, avo della duchessa: ma sul proposito di rinunziare al governo non die’ risposta alcuna.

(1493) Dopo di ciò Lodovico il Moro attentamente osservava i movimenti del re di Napoli. Seppe che si allestiva un’armata contro di lui, e si preparava una flotta a cui doveva comandare Alfonso, padre della duchessa, principe valoroso e prudente. A un tal nembo avrebbe potuto resistere Lodovico colle forze proprie, se avesse potuto fidarsi de’ sudditi che governava. In ogni governo vi è sempre un buon numero di malcontenti, essendo le voglie de’ popoli sempre maggiori del potere sovrano;