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Pagina:Storia di torino v1 cibrario 1846.djvu/115

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libro secondo, capo secondo 107

a settentrione, ma sembra che da questa parte il fiume Orco, da quella il Po lo disgiungessero dai comitati d’Ivrea e d’Oirado, o d’Auretite (posto tra il Po e la Stura). Questa contea, insigne per ampiezza, importante pel sito, avea nell’ 827 per conte un Ratberto.

La sola notizia che ne abbiamo, deriva da un giudizio che vertì fra l’abate della Novalesa e di­ciassette uomini d’Oulx, che quegli sosteneva essere servi del monastero.

Gioverà trattenerci sull’ordine di questo giudicio, e sulle persone che ne facean parte, perocchè quindi attingeremo qualche lume sulle nuove forme civili introdotte dai Franchi.

Giunge a Torino Bosone, conte e messo imperiale, e siede in giudizio in luogo pubblico per definire ogni controversia gli venga recata dinanzi.

Stanno a’ suoi fianchi Claudio, vescovo di Torino, Ratberto, conte di Torino, cinque vassi dell’impe­ratore, due giudici imperiali, due scabini del Bosone, tre scabini di Torino, tre vassi del Ratberto.

Vediamo che cosa fossero i vassi, che gli scabini.

Le antiche genti germaniche s’occupavano di caccia e di pastorizia, non d’agricoltura; almeno non conosceano agricoltura stabile, perchè conduceano vita errante sotto tende, e non aveano sedi fisse. For mavano tribù, non Istati. Quindi la ricchezza de’ capi