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128 libro secondo

fortezze che ne attutasser l’orgoglio. Ma saputo il fine della sua venuta, e conosciute le sue intenzioni, gli Italiani gli tesero un agguato nella città di No­vara, e quivi l’uccisero. E però Rodolfo atterrito de­pose affatto il pensiero di tornar in Italia. Ugo invece sbarcato a Pisa, passò a Pavia, dove fu eletto re, e quindi a Milano ove fu incoronato, il che dovette accader nell’estate; poiché nel marzo dell’anno me­desimo segnavansi ancora nella città d’Asti gli anni del re Rodolfo.

Ugo fu principe astuto e reo, che lutti seppe i ribaldi accorgimenti e le coperte vie per arricchire e dominare; in esso la cupidigia era uguale alla lussuria; e questa era gigante. Di cotali stranieri andava in traccia l’Italia per ungerli e coronarli. Ugo dunque per meglio assicurarsi nella propria famiglia l’eredità dell’italico regno, fece nel 931 dichiaraisuo collega il proprio figliuolo Lotiario. Il che dovette accadere nel mese d’aprile, poiché in marzo del 933 si contava ancora il secondo anno del regno di Lot­ tano, laddove nel maggio dell’anno medesimo già si noverava il terzo.2 Durò Ugo nel regno fino al 946, nel qual anno, sopraffatto da Berengario ii, marchese di Ivrea, abbandonò l’Italia e riparò in Provenza coi suoi tesori, lasciando fra noi Loiario, suo figliuolo, col solo titolo di re, poiché in realtà chi reggea la somma delle cose era Berengario. Mancò poi di vita il 22 novembre del 950, non senza sospetto di