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libro secondo, capo ottavo 173

Tedeschi a Pavia. A richiesta della madre un mo­naco lo sottrasse con pietosa industria alla vigilanza delle guardie e lo condusse a Gerberga in Borgogna, dove il padrigno, che non avea prole, gli pose grande amore, lo fe’ suo figliuol d’adozione, e morendo gli lasciò lo Stato, che tutto non potè conservare, ma conservò la contea di Borgogna, propriamente detta, chiamala più tardi Franca Contea, e varii paesi al di qua dal Giura. Otton Guglielmo è quel principe che i cronisti di Savoia chiaman Beroldo.1 Umberto suo figliuolo, lasciata la casa paterna, s’acconciò ai servigi di Rodolfo iii, detto l’Ignavo, e col favor della regina Ermengarda crebbe in gran possanza, e resse varii contadi. Non si sa se per avventura al­cun n’avesse del padre suo. Forse quello di Nyon, non troppo lontano dall’altro di Warasche, da Otton Guglielmo posseduto, fors’anche quello d’Aosta, che abbia col volger degli anni ricuperato. Comun­que sia, certo è che Umberto Biancamano posse­dette i comitati d’Aosta, di Savoia, di Moriana, di Tarantasia, del Ciablese, di Nyon, di Belley, di Salmorenc, e così la massima parte del regno di Borgogna, come notò S. Pier Damiano, e che Oddone figliuol di lui, pel suo matrimonio con Adelaide, aggiunse a così bello Stato e sì forte per l’impor­tanza de’ siti, un altro Stato più ricco e non meno importante, tornando ad essere, come i suoi scettrati maggiori, principe italiano.