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Pagina:Storia di torino v1 cibrario 1846.djvu/287

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capo terzo 279


Creò Jacopo in luglio dell’anno medesimo questa forza, ordinando che in ciascuna terra si formerebbe una società del popolo con quattro rettori, i quali parteciperebbero al governo. Con ciò instituivà una specie di guardia nazionale, destinata a procurare l’osservanza delle leggi, l’obbedienza a’ magistrati, ad impedir le violenze e le guerre private, ed a ven­dicarle. Organizzata in tal modo fra la plebe minuta una forza materiale a posta del principe, rivestila del mero impero e partecipante al governo, i grandi ne rimaneano perennemente abbassati, e non poteano piò turbare impunemente la pubblica pace, nè mac­chinar novità. Nel 1339, rettori della società del po­polo in Torino, erano Ardizzone Ainardi, Giraudeto calzolaio, Tomaino Beamondo e Berzano, sarto.4

Cominciava allora in Italia il flagello delle com­pagnie di Ventura. Piccole bande di venticinque, di cinquanta soldati comandati da un contestabile, che li avea raccolti, fin dal secolo xiii, e sempre forse erano usate prender soldo or da questo or da quel principe o comune e servirlo nelle sue guerre. Ma ornai non era più quistione di piccole ragunate, trattavasi di corpi numerosi di avventurieri Inglesi, Tedeschi, Brettoni, Catalani e d’altre nazioni, che formavano veri eserciti, e non ubbidivano fuorché ai loro capi. Costituivan essi una forza, che; se non sempre pel numero; per la scienza di guerra e per la disciplina, era superiore a quella che ciascuno