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40 libro primo, capo quarto

il nemico, costringendolo ad una inoperosità sui­cida, cunctando restituit rem, ristaurò col sapiente indugio la romana fortuna. Annibale ebbe ancora alcuna fiata la fortuna benevola, ed una volta com­parve fin sotto le mura di Roma; ma la somma delle cose gli fu contraria ne’ tredici anni che rimase an­cora in Italia, finché, l’anno 204 prima di Gesù Cristo, il Senato Cartaginese lo richiamò, onde op­ porlo ai progressi de’ Romani nell’Africa. Ma anche su quella terra natia la sorte gli fu matrigna. Scon­fitto da Scipione a Zama, ebbe il dolore di veder la sua patria chieder ai Romani la pace ed accettarne, dopo diciasette anni d’inutili sforzi, una più vergo­gnosa che tutte le precedenti, l’anno 202.