Pagina:Storia di torino v1 cibrario 1846.djvu/528

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l’assedio della presente città e ritrovandosi Pietro Micca al servizio di V. A. R. e nella compagnia de’ Minadori, si è presentata occasione che li nemici francesi già avevano guadagnato la porta d’una mina con gran disavantaggio della cittadella, fu comandato dal Cav. Castel Alfieri Co­lonnello del Battaglione dell’Artiglieria, oppure invitato dalla generosità del suo animo1 a portarsi a dare il fuoco a detta mina non ostante l’evidente pericolo di sua vita, a qual effetto si è portato a dare il fuoco a detta mina, e quella fece giuncare con perdita dell’inimico e della persona di detto Pietro Micca soldato minadore marito dell’esponente. Ed ora non avendo con che potersi so­stenere, attesa la morte del suddetto suo marito, detto Cav. Castel Alfieri le ha sempre fatto sperare che dalla clemenza di V. A. R. sarebbe stata ricompensata la morte generosa del suo marito; per il che a’piedi di V. A. R. se ne ricorre, umilmente supplicandola si degni commi­serare al povero stato della vedova esponente, mandare le venghi dato lutto ciò che a V. A. R. parerà, atteso che detto suo marito ha lasciato un piccol figlio in età d’anni due; il che spera dalla clemenza di V. A. R.

  1. Chi estese la supplica non ebbe notizie sicure. I particolari dell’eroico sagrifiziodel Mioca sono narrati dal conte Solaro della Margarita (Journal du siège de Turin) che li seppe necessariamente dal compagno di lui che si salvò. L’originale italiano di quest’opera d’un insigne uffizial generale contemporaneo è stato da S. E. il cavaliere Cesare Saluzzo donato alla bi­blioteca di S. M. — Vedi ciò che ne abbiamo detto nella Storia. — Forse questa imperfetta narrazione è stata causa della scarsa mercede che ottenne la vedova.