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Capo Settimo
Cagioni della decadenza dell’impero Romano. — Facilità che ebbero i barbari ad occuparlo, non a conquistarlo. — Vicende di Torino in quel tempo. — S. Vittore vescovo di Torino, compagno di S. Epifanio, vescovo di Pavia, nella sua legazione a Gondebaldo, re dei Borgognoni.
È noto per quali cause Roma venisse da tanta grandezza a tanta ruina, che i barbari che l’occuparono non ebbero quasi che a stender la mano, e non si trovarono in man che un cadavere. Prima causa era ir difetto di nazionalità che lega le varie genti tra loro, e può legarle tutte ad un centro comune. Nell’imperio romano non v’era che Roma; Roma che tutto assorbiva, e i riti, le leggi, le arti, le usanze de’ vinti o distruggeva o si assimilava. Corpo d’un’estensione smisurata, e capo per soverchia concentrazione pletorico e poi apopletico. Le principali altre cause poi sono: l’antica religione derisa, la nuova perseguitata; la dissolutezza pressoché generale de’ costumi; il lavoro dispregiato; abbandonate