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capo primo 143

gli antichi ed oscuri secoli della nostra storia; uomo che ebbe a combattere assai coll’invidia e più ancora coll’ignoranza e con quella misera passion d’occultare, che una volta prevaleva in fatto di biblioteche e d’archivi.5

Procedendo innanzi troviamo dopo breve spazio l’isola che contiene la chiesa ed il collegio de’ Gesuiti.

Abbiam già notato che ne’ tempi romani e barbarici vedeasi alla metà circa di quest’isola il muro della città colla porta Segusina; e che prima del mille s’era già compresa nel perimetro delle mura quasi intiera l’isola che contiene la chiesa di San Dalmazzo. Dobbiamo ora notare che la via della Misericordia non esisteva, e che l’isola che sorge avanti la chiesa di San Dalmazzo, s’abbracciava con quella che le succede a ponente formandone una sola, composta d’una successione di piccole case, disgiunte da viottoli e cortili, frammezzo a cui vedevasi la piccola chiesa parrocchiale di San Benedetto, membro della badia di Rivalta, la cui porta s’apriva verso ponente, e il. cui lato settentrionale fronteggiava la casa dei bagni di San Dalmazzo.6

Nel secolo x la porta Segusina era difesa da un castello. Quando i monaci della Novalesa fuggendo l’impeto da’ Saraceni, abbandonarono l’Alpina e gelata loro residenza, sorgeva innanzi alla porta di quel castello la chiesa de’ Ss. Andrea e Clemente, dove i