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capo sesto 231

Egli era del rimanente uomo colto, predicatore egregio e di tratto soave. Morì addì 8 d’ottobre del 1746 nel convento di Cherasco, di cui era priore, in età d’anni 50.

Del rimanente è noto, come i conventi ed i monasteri raccettassero sovente, sotto la tonaca e la cocolla religiosa, artisti di molto pregio.

L’undici marzo 1736 moriva tra i Carmelitani del convento d’Asti, fra Francesco della Croce, di casa Pasterio di Biella, valente scultore. Nel convento di Torino vivea il P. Arcangelo Ponzio da Macello, organista, insigne per la rapidità della mano, la maestria e la bizzarria delle suonate, sicchè molti venivano in chiesa sol per udirlo. Morì il 27 gennaio del 1745.

Era nello stesso convento fra Giambatista Bonetta di Carignano, scultore di qualche pregio, di cui sono le alzate degli organi della chiesa di Torino e d’Asti.

Infine fra Amedeo Rosso di Gassino, morto nel 1782, componeva l’acqua medicinale del Carmine che aveva acquistata gran fama.7

A’ 23 di gennaio del 1741 giunse al convento del Carmine e vi pigliò stanza, in seguito a lettere del padre generale Ricchiuti, uno dei principi del Libano, Giuseppe Serhan di Abunaufel Nader, della stirpe Gazena, con due servitori ed un cappellano dell’ordine di Malta che gli serviva d’interprete.