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296 libro terzo


Durante la reggenza di Madama Reale Maria Giovanna Battista che era singolarmente divota di Maria Consolatrice, l’abate locale D. Michel Angelo di S. Bernardo, confessore della principessa Lodovica di Savoia, formò un disegno per restaurare il sagro tempio. Ma non era egli perito d’architettura, onde il suo concetto non potè aver esecuzione e si die invece l’incarico di delinearne un altro al celebre padre Guarino Guarini, Teatino, il quale propose la chiesa ovale che ora si vede, coll’innesto sur un fianco della grandiosa rotonda che forma la cappella della Consolata. Cominciò la fabbrica nel 1679 e si avanzò l’opera co’ doni di Madama Reale e più ancora colle liberalità de’ divoti, fra i quali merita particolar memoria la contessa Felicita Pergamo Losa, morta nel 1699.

Nel 1705 già erano riedificate la chiesa e Scappella, e nel 1714 Vittorio Amedeo ii, grato alla Vergine che avea nel 1706 protetta l’indipendenza della Monarchia e salvata la libertà d’Italia, ampliò sui disegni del Juvara il presbitero della cappella e ne costrusse l’elegantissimo altare, sopra il quale mostra delizie di paradiso la vòlta dipinta da Bernardino Galliari.

In quanto alla cappella sotterranea di Sta Maria delle Grazie, monsignor Peruzzi nella visita apostolica del 1584 la trovò scura e poco decente, con due altari,