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capo primo 307

altrettanto affabile e popolare, il 2 luglio del 1716, dopo d’aver fatte le sue divozioni alla Consolata, andò a far colezione in casa dello speziale Anglesio, che abitava allora dirimpetto alla chiesa delle Orfanelle, e ripartì poscia per la Veneria.

In settembre del 1714 essendovi mortalità nel bestiame, vennero a portar doni, ad offerir preghiere alla Consolata molte confraternite dei vicini paesi, da Beinasco, da Orbassano, da Rivoli, da Grugliasco, da Vinovo, da Villanova d’Asti, da Villafranca, da Moncucco e da Casale.

Il 27 di novembre del 1718 venne alla Consolata la principessa Maria di Carignano, e, confusa col popolo, si presentò al confessionale del padre Dormiglia, confessore del Re.

I monaci della Novalesa, Benedittini neri, furono, come abbiam veduto, i primi che dalla pietà del marchese Adalberto ottennero nel 929 la chiesa di Sant’Andrea con un piccolo monastero, chiamato nel documento cella, a significare appunto che di pochi monaci era capace. Ingrandita poi e migliorata dal monaco Bruningo la chiesa, sicchè compariva come la più bella della città, ò probabile che anche il monastero sia quindi stato rifatto ed ampliato; ma comunque ciò sia, i Benedittini neri furono pertanto quelli, che, secondo la pia tradizione, videro alzarsi dal re Arduino la cappella della Consolata; ebbero il dolore di vederla dal furor delle