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libro terzo, capo settimo 461


Il lato di piazza Castello che guarda a levante, venne ricostrutto su disegno uniforme tra il 1606 ed il 1615. Dal canto meridionale dov’era la casa del medico Busca, archiatro del duca, fino al sito ora occupato dalla chiesa di San Lorenzo, ed allora della casa della prevostura di Pollenzo, non s’apriva altra strada che quella di Dora Grossa, e le case si levavano or alte or basse, disformi d’architettura, secondo il talento di chi le avea costrutte. Di quell’anno Carlo Emmanuele i fe’ delineare dal capitano Ascanio Vittozzi, d’Orvieto, gentiluomo romano, che fin dal 1584 era suo ingegnere ed architetto, un disegno uniforme con ampio porticale, e ordinò ai padroni della case di rifabbricarle, con facoltà di occupare gratuitamente pei portici parte della piazza, oppure di vender le case a chi pigliasse l’obbligo di rifabbricarle secondo il disegno suddetto. Ma impaziente coni’ egli era, vedendo che l’opera procedea con molta lentezza, due anni dopo, in occasione delle feste che rallegrarono il carnovale di quell’anno, già fatto solenne dal doppio matrimonio delle due Infanti maggiori Margarita ed Isabella, maritate ai principi di Mantova e di Modena, costrusse egli stesso attorno alla piazza Castello, innanzi alle case, un giro di portici surmontati da una galleria aperta, che donò per patenti del 26 marzo 1612 ai padroni degli edifìzi retrostanti, con obbligo di fabbricare sopra quelli almeno due piani.1