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capo secondo 507

provincia, disse la prima messa il 15 d’agosto 1719 a Torino, dove rimase fino al primo novembre 1721, sospiralissimo giorno in cui partì per le missioni. Andò a Brusselles, dove fu accollo con gran favore dal marchese di Prie, che n’era governatore. Salpò da Oslenda e giunse a Canton in agosto del 1722. Con lettera del 10 settembre 1723, che fu stampata da Giambattista Fontana, ragguagliò i superiori del viaggio; disse che avea trovato a Canton due piemontesi sacerdoti della compagnia della Missione, Pedrini ed Appiani, il primo de’ quali liberato pur allora dal carcere ov’era stato tenuto più anni; il secondo ancora in prigione. Aspettava che cessasse la fiera persecuzione che v’era contro ai cristiani nel Tunkino, per cui tutti i passi eran chiusi. Entrò in quel regno il giovedì santo 14 d’aprile del 1729; fu forza entrarvi con lungo e pericoloso viaggio di terra onde evitar le insidie nelle quali, a malgrado di tutte le cautele, sarebbero infallibilmente caduti, se non avessero, come scrivea poi fra Lorenzo Maria della Concezione, trovato la via seminata di miracoli. Giunse il padre Ilario a Dun-xen, e trovo il padre Roberto, prefetto della Missione, ammalato del morbo di cui pochi giorni dopo morì.

Questi, giunto due mesi prima, soccombeva ai patimenti e al clima. Gli fu surrogato il padre Ilario. Inestimabile fu quello che operò e quel che sofferse nel suo apostolato. Cibi, non solo pessimi, ma alla