Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/548

Da Wikisource.
544 libro quarto


Una delle cause della grandezza di Roma fu l’imitar che faceva con discernimento e prudenza i buoni inslituli delle altre nazioni.

Quest’arte medesima ha giovato e potrà giovar non poco alla nostra italiana grandezza.

Chi sa la storia nostra, conosce che una parie della sapienza legislatrice fu sempre riposta nello scegliere tra le vicine nazioni quelle istituzioni, quegli ordini che, elaborati nei grandi centri di civiltà francese, germanico, britannico, sono dalla prova di molti anni autenticati per buoni. A dieci, a trenta, al più a cinquantanni di distanza, molti di tali ordini, varcate le Alpi e il Ticino, ebbero cittadinanza sulle rive del Po e della Dora; profittando noi per tutti i modi; e col non esser costretti a patire i sussulti delle prime sperienze e dei subiti passaggi, che ci travagliano quando si tratta di dar esecuzione a pensieri, che messi in carta paion divini, ridotti in opera provano male, o per occulta magagna, o per difetto di metodo; e per potere sicuramente, adottando un buon ordine già trovato da altri, migliorarlo, appropriarlo ai nostri bisogni, dargli virtù e slancio maggiore; e per potere ancora, quando si vede che il passaggio sarebbe troppo forte, pigliarne sol quella parte che conviene; non tuttavia in modo da render eunuca l’istituzione, sicchè s’importi un’epigrafe, e non altro. Dio distribuisce qua e là, come gli piace, a tutte le