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note 647


L’interno mostra una rotonda intersecata da una croce, ai quattro capi della quale s’alzano quattro grandi ai coni sorreggenti la cupola.

L’arcone che s’apre di fronte alla porta d’entrata costituisce I’ apertura del santuario o presbiterio, dietro il quale il gran coro delle monache, elevato all’altezza dell’interno basamento, di forma elittica, sostenuto da colonne, coperto d’una semicupola con particolare lucernario; i due arconi laterali formano due grandi cappelle.

Fra i quattro arconi corrono diagonalmente quattro aperture a piattabanda, terminanti con piccole absidi, illuminale da particolari piccoli lu cernarii. Una di esse dà l’accesso alle sagrestie, e ad una porta sussidiaria di uscita; l’altra serve agli usi della vestizione delle monacande, che si fa al cospetto del pubblico; le altre due formano due cappellette.

Il grande lucernario della cupola maggiore, e gli altri delle cinque absidi, oltre due finestre semicircolari sugli altari laterali, ed alcune altre del coro assicurano un’abbondanza di luce di un effetto assai vago.

La decorazione ricca, come conviensi all’ordine corinzio stato prescelto, ed alla maestà del cullo cui è il tempio destinato, è a fondo bianco e ornati d’oro, a colonne scanalate (che sono più di 50), la più parte isolate, ed è uniforme ed unica per tutto il tempio co’ suoi accessorii, cioè coro e absidi minori. Le colonne sono sostenute da ampio basamento; la trabeazione sostiene otto gruppi d’angeli rappresentanti varii atti dell’adorazione; la cupola è a cassettoni, o lacunari ottagoni.

Sotto il coro v’ha una cappella scura, accessibile al pubblico, e attorno alla quale possono assistere ai divini uffici le monache, non vedute, in appositi corridoi.

Non facile era di combinare in ristrettissimo spazio tutti i comodi delle l’unzioni e del servizio pubblico colle severe prescrizioni della rigorosa clausura, e colle regole particolari del culto delle Adoratrici; il valente architetto ha superato felicemente ogni difficoltà, ed ha tanto maggior merito, inquantochè ha studiato la decorazione architettonica e la distribuzione delle parti in modo, da lasciar libero il campo a soddisfare un desiderio del secolo e del paese, dando luogo ai prodotti della scoltura ch’ivi potrà aver sede e trionfo per la natura dei combinati giuochi di luce, e pel facile, anzi opportuno collocamento di numerose statue e bassirilievi.

La liberalità della piissima regina Maria Cristina molto si segnalò in favore delle monache Adoratrici; è da sperare che ulteriori prove di Regia e di privata beneficenza permetteranno di compiere questo bel tempio secondo l’originario concetto senza sagrificare, come spesso, anzi quasi sempre accade, le convenienze dell’arte a gretti pensieri di economia.

(9) Vita della serva di Dio suor Maria Maddalena dell’Incarnazion.