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222 Storia di una Capinera

razza, a piedi nudi, premendomi il petto perchè le monache non udissero il battito del mio cuore che aveva paura, il vigliacco! strisciando fra le tenebre come un fantasma. Quel tragitto è durato mezz’ora: mezz’ora di terrori, di ansie, di lotte interne; spaventandomi al minimo rumore, trattenendo il respiro ad ogni porta, lasciandomi cadere sfinita ad ogni scalino.... S’egli avesse potuto scorgermi!... Poi, quando son giunta lassù, e ho visto le stelle sul mio capo.... e quella finestra illuminata.... ciò che si è passato dentro di me io stessa non saprei dirtelo.... Senti!... ti dirò quello che vidi.... tu soffrirai come me.... vorrei che tutti quelli che amo soffrissero.... Suonavano le undici.... quelle squille avevano vibrazioni acute che ferivano come un coltello.... le vie erano ancora popolate.... c’era gente che passeggiava, che rideva; si sarebbero potuti udire i discorsi che si tenevano da quelli