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Nelle guerre, delle quali erano avidissimi, confidenti delle proprie forze, arditissimi, poco curanti di disciplina ed arte. Avevano strane ma poco maneggevoli arme; entravano in campo con fanti, carra e cavalli alla rinfusa: assalivano con grida, canti e suoni d’ogni maniera, con impeto più che di fiere, ed ove trovassero saldo, o si davano leggermente alla fuga, o resistevano a morte1.

Indoli sì fatte con sì fatto costume ebbero in genere i Galli, particolarmente Boj ed Insubri, le più grandi e le più affini delle Galliche nazioni2, coi quali gli Alaudensi, per comune origine, per vicinanza, per interessi nazionali e per amicizia strettamente aderirono, ed ebbero pure vicende comuni. Il lettore che voglia esaminare l’indole della bassa gente di non poche terre del Lodigiano, non potrebbe dire che il sangue di quelli antichissimi Galli abbia tra noi tralignato del tutto.

III.

DOMINIO DEI GALLI.

(591-222, av. Cris.)


1.° Alaudemi nelle vicende degli Insubri e Boj (394-298). — Al tempo della signoria dei Galli nell’alta Italia gli Alaudensi, appartenendo ai Boj, come sopra si è detto, per nazione, ed agli Insubri per alleanza, entrano

  1. Il carattere surriferito dei Galli consta principalmente dall’autorità di Livio, Polibio, Plutarco, Filone Ebreo, dei quali non riportai le sentenze per togliere la noja di lunghissima nota.
  2. Polibio, lib. II in più luoghi.