Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/242

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Ma dal dì che la famiglia Elmora aveva abitato un palazzo, che aveva acquistato una carrozza, e le figlie vollero apparire come persone di bel mondo, si erano accorte allora che avevano troppo da fare che d’occuparsi a cucire anche solo per ciò che era loro mestieri. Ed anche la madre perdeva tutto il suo tempo a sorvegliare i particolari della spesa della casa, a conservare dai guasti i mobili preziosi ed a seguire nelle loro azioni una numerosa servitù. L’opre d’ago furono adunque messe da canto e la signora Elmora fu convinta di non potersene più occupare.

Pure tanto la madre che le figlie erano troppo difficili sotto il rapporto della forma de’ loro abiti, per supporre che la loro confezione potesse essere affidata ad operai meno abili.

La signora Elmora non poteva essere mai accusata di aver mancato di carità co’ poveri: ma non aveva rivolto mai la sua attenzione che la classe la più interessante de’ poveri è quella che non chiede mai l’elemosina.

Non aveva mai posto mente che pagando con liberalità quelli che lottano onestamente colla miseria, che non dipende da loro, faceva in realtà una carità più grande che non col beneficare indistintamente una dozzina di importuni.

Di ritorno a casa Elena disse alla madre: “Che pensate voi, o madre, della signora Elmora, che dice che il vostro conto era troppo caro? Ella non conosce, senza alcun fallo, quanto lavoro richiedino quelle camicie. Dice che non può più darvi lavoro: e cercherà qualcuno che lavori a più buon mercato. Io non so com-