Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/246

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tardava l’ora di poter uscir di casa e recarsi ad una delle sue pratiche, la signora Page. “Oh! mi darà bene un dollaro di tanto lavoro, e quello basterà di certo a provvedere vino e droghe per la mamma.

— Ecco un lavoro ben fatto, disse la signora Page, esaminando le camicie ch’Elena le porgeva. Eccovene altre che vi prego di fare coll’istessa premura.„

Elena volse gli occhi alla signora Page, pensando che le avrebbe pagato il prezzo del lavoro, ma la signora Page s’accontentò di prendere un modello, che porse ad Elena, e dopo averle fatto conoscere in quali forme desiderava fosse fatto il lavoro, la congedò, senza profferir parola sul dollaro ch’ella aspettava tanto anziosamente. Non appena Elena si scosse dalla sorpresa, tentò due volte o tre di ritornare addietro, ma quell’esitare le fu fatale, poichè era già in strada e non erasi ancora a nullo decisa.

Eppure Page era una dolce ed amabile signora; abituata a trattar grandi somme in denaro non poteva supporre che un sol dollaro fosse per taluni un gran d’affare.

Così quand’Elena le portò il nuovo lavoro, che con molto premura aveva compiuto, perchè, si lusingava di riceverne al tempo stesso il dollaro arretrato, provò un novello rammarico, più vivo ancora del primo, quando in luogo di ricevere l’importo dei due conti, fu rimandata a mani vuote.

“Il denaro ve lo manderò domani„ disse la signora Page, a cui Elena aveva alla fine osato richiederlo. Ma venne l’indomane ed Elena fu dimenticata. Non fu che