Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/262

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un giorno d’un assiduo lavoro, ad apparecchiare una al suo figlio pel giorno del battesimo.

— Sì, e ricordo pure quanto abbia riso di te, che gli aveva fatto un sì vago berretto.

— Ebbene, Kate, io penso che la gioja che provò la povera madre nel contemplare il figlio colla veste ed il berretto nuovi, avesse qualche cosa di celeste. Sì, io sono sicura che il mio regaluccio le abbia recato maggior piacere che non se le avessi regalato un sacco di farina.

— Per me non ho mai pensato di regalare i poveri che di ciò di cui tengono necessità, Ho sempre fatto elemosina ma senza mai uscire dall’opinion mia.

— Ma, cugina mia, se il nostro padre celeste, non si fosse occupato che de’ nostri bisogni materiali, il mondo non ci offrirebbe da ogni lato che l’aspetto di enormi mucchi di vittovaglie d’ogni specie in luogo di presentare quell’ammirevole varietà di piante, di frutti, e di fiori che ci incanta.

— Bene, bene assai, cugina; parmi che abbi ragione: ma senti compassione della mia povera testa; ella è troppo ristretta per contenere tante idee novelle ad un tratto. Così tira innanzi.„

E la vezzosa giovinetta prese a danzare, con una infantile petulanza, un tempo di valz innanzi una grande specchiera.

SECONDA PARTE.

La scena accade in una cameretta rischiarata da una sola finestra. Non vi si scorge alcun mobile di lusso,