Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/39

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Quando Giorgio aveva lasciato, fanciullo, il suo villaggio, per entrare in collegio, era di un umore taciturno ed apparentemente flemmatico. La sensibilità non si manifestava allora che pel suo rossore, la sua modestia ed un’aria di stupefazione quando gli si dirigeva la parola. Ma gli anni degli studi classici produssero insensibilmente un cangiamento così notabile nella sua persona e nel suo spirito, che Giorgio, compiti gli studii, non era più riconoscibile. Fanciullo, uno sguardo severo era sufficiente a farlo tremare; ora che era giovane frequentava i più notabili individui colla più completa indifferenza e libertà di spirito.

Intanto che le sue forze intellettuali prendevano un grande sviluppo, le sue forze fisiche decrescevano nella stessa proporzione. A ciascuna visita ch’egli faceva alla sua famiglia, nella durata de’ suoi studj, lo si vedeva più pallido, più magro, più languido, meno capace in fine di sostenere le fatiche del ministero, a cui s’era destinato. Ma ora che egli era investito del carattere di ministro, col diritto di uficiare, di predicare, qual gioja, qual gloria per papà Tim e mamma Sally, se il loro figlo non giudicava a proposito di tener segrete queste particolarità!

La domenica che seguì l’arrivo di Giorgio si sparse a Newbury e nelle vicinanze ch’egli predicherebbe que giorno. Giammai nel villaggio vi fu esempio di tanta smania per rendersi alla capella. Quando fu il momento di leggere il primo salmo voi avreste potuto vedere le bianche teste dei vecchi volgersi tutte in una volta, mentre le donne, co’ piccoli cappelli neri, inquiete, agitate, impazienti si sporgevano innanzi per vede-