Pagina:Strada ferrata aeromotiva dell’ ing. Clegg.djvu/2

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non può essere così estesa e così rapida, come l’intensità dei nostri desiderj e la brevità del viver nostro richiederebbe. È noto come la costruzione delle strade ferrate richieda un dispendio enorme e un lungo corso di tempo, perchè sta rinchiusa fra stretti limiti di tracciamento e di livellazione, e deve attraverso alle ineguaglianze del terreno formarsi a forza di scavi, di terrapieni, di viadutti un piano solidissimo, quasi orizontale e quasi rettilineo, sul quale la ponderosa locomotiva possa portare impetuosamente la sua mole immensa, senza sfondare o disgregare le rotaje, o sfuggire con moto centrifugo allo sforzo con cui venisse costretta a seguire le sinuosità della via. È noto come la machina non possa correre velocemente se non dove il declivio è leggerissimo, e che, oltre un certo limite di salita, essa rimane affatto immobile; il qual limite è quando la strada sale metri 16 1/2 sopra una linea di mille metri; e il limite è ancora più angusto quando si tratti di discendere, perchè i carichi scenderebbero con una ruinosa velocità. Nè si può sperar mai di diminuire il peso della locomotiva, il qual suol essere da 15 a 20 tonne da mille chilogrammi ciascuna; poichè, oltre ad una caldaja capace di resistere allo sforzo del vapore, oltre ad un forno e ad una proporzionata quantità d’acqua e di combustibile, essa deve pure avere un complicatissimo e robustissimo congegno mecanico, e infine un solidissimo e capace veicolo; dimodochè il complesso d’una locomotiva non potrebbe ad altro somigliarsi che ad un gigante di metallo, nel quale per avere la forza non si può prescindere dal peso.

Il quesito, che la scienza ha proposto a sè medesima, è ora quello d’ottenere una machina di lieve peso, come l’elettromotiva, la quale non ha forno, nè caldaja proporzionata a frenare il vapore, nè veicolo proporzionato a sostener tanto peso: oppure ottenere un congegno che non richieda machina mobile; e tale è il sistema pneumatico o aeromotivo (atmospheric railway) dell’ingegnere Clegg.

Consiste questo in una strada ferrata a raili sottili, e disposti anche a considerevole declivio. Nel mezzo della rotaja, fra le due file di raili, è posato sopra morse di ferro un cilindro cavo, o cannone, pur di ferro, lungo un miglio; dal quale per mezzo d’una machinetta a vapore si estrae l’aria contenuta. Formato il vuoto, ciò che