Pagina:Strada ferrata da Venezia a Milano.djvu/13

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di formare la società anonima per azioni, le piacesse almeno frattanto di consolarli della sua Sovrana assicurazione.

La Risoluzione Sovrana fu segnata il 25 di quel mese, e ne sarà data lettura.

Ma questa Risoluzione Sovrana doveva essere accompagnata dalle istruzioni relative della Cancelleria Aulica Riunita, e non poteva esserne staccata. Il Governo di Venezia attese quelle istruzioni prima di comunicarla.

Non ancora erano comunicate le Istruzioni Ministeriali quando i fondatori veneti e lombardi si unirono in una seconda conferenza a Venezia il giorno 8 maggio p. p. dove fu definitivamente stabilito il numero delle azioni in 50,500, delle quali 50 mila paganti e 500 onorarie a disposizione dei fondatori lombardi e veneti, i quali secondo il costume, e al di sotto del costume, si riservarono questa sola prerogativa. Queste azioni d’onore, erano già preavvisate sino dal gennaio 1836, quando la Commissione dei Cinque fece fare la rinunzia al primo progettista, promettendogli un premio in azioni d’onore.

Il loro numero di 500 fu stabilito in maggio 1836 nell’atto di Verona. Oltre alli primi progettisti, i fondatori fecero parecchie distribuzioni ad altre persone benemerite dell’intrapresa, e 200 ne mettono a disposizione delle future direzioni, cioè 100 a disposizione di quella direzione che esisterà al momento della Superiore approvazione al progetto di dettaglio della Strada, e 100 a disposizione di quella direzione ch’esisterà al momento dell’attivazione della Strada medesima. Così esse pure avranno il mezzo di fare altre distribuzioni a persone benemerite ed otterranno, in quanto vi abbia luogo, un compenso alle proprie fatiche.

Così le azioni che rimangono ai fondatori sono appena il compenso non già di fatiche, ma delle gravi spese, di cui fin ora sono in esborso, e molto più se si rifletta, che queste Azioni non producono interesse, fuori che l’avventizio dividendo dopo compiuta ed attivata la Strada.

E quanto alle azioni paganti, i trentaquattro fondatori ne hanno ritenuto per sè in numero così discreto, che ognuno di loro ne ha meno di alcuni particolari non fondatori che ne hanno domandate ed ottenute di più. Ventisette milioni furono distribuiti al pari a chi ne fece ricerca.

Due giorni dopo questa conferenza di Venezia, il Governo dette partecipazione officiale della Risoluzione Sovrana, insieme colle istruzioni della Cancelleria Aulica Riunita.

Questo Decreto Aulico riconosce la Società privata, ch’è quella appunto dei fondatori lombardi e veneti, ed a questa Società permette di formare l’anonima, ossia pubblica di azionisti.

Alla Società, ivi è detto, che finora si è privatamente formata, si permette, che possa costituirsi in Società pubblica d’azionisti regolarmente autorizzata.

Essa però non potrà pubblicamente entrare in attività, se prima non abbia documentata la sottoscrizione di almeno un milione di fiorini in modo da non lasciar dubbio sulla solidità delle firme, e se non abbia presentato gli statuti della società ed ottenutane previo esame l’approvazione Sovrana. E per facilitare la redazione di questi statuti, essa Cancelleria Aulica manda alla predetta Società (privatamente formata) la copia di quelli della strada di Bochnia.