Pagina:Strada ferrata da Venezia a Milano.djvu/63

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basati su’ principii assolutamente identici, lungi dal dare un buon criterio indurrebbero in errore. Per questo confronto meglio sarebbe commettere gli stessi errori in ambedue i piani, di quello che fare un piano benissimo e l’altro difettoso; giacchè mutando principii si può facilmente far apparire come la più conveniente di tutte, quella linea, che invece lo sia il meno.

Ma ammesso pure che le Commissioni fondatrici, sopra dati cardinali e inconcussi, si trovino in grado di decidere sull’andamento generale della Strada, e scelgano, come, appunto si ritiene per le cose dette di sopra, che debba essere quello che rasenta le città di Padova, Vicenza, Verona e Brescia, non è per questo che non vi siano dei tratti in cui non abbia ad occorrere molto studio per scegliere fra parecchi andamenti che possono esser tutti eseguibili quello che riuscirà il più economico nel senso vero della parola.

Ora egli sembra che fra questi tratti, in cui la scelta del preciso tracciato può essere più contingente, uno appunto sia il terreno che costituisce il bacino del Mincio, e il confine de’ due territorii veneto e lombardo. Le ineguaglianze di suolo sono ivi notabili, non certo in guisa da divenire insuperabili, anzi nemmeno da offrire grandi difficoltà per la Strada di ferro, ma certo abbastanza per mettere molto dubbio sul punto dove convenga passare. Or l’opportunità di questo punto potrebbe, nel supposto che si volessero destinati due ingegneri, essere determinata in un modo per chi progettasse il suo ramo di strada sulla sponda sinistra, e non avesse pensato che alla buona riuscita di questo, ed in un modo tutto diverso per chi si occupasse invece dell’altro ramo di strada sulla sponda diritta. E potrebbe avvenire, anzi è assai probabile che avvenisse, che il miglior punto di passaggio della valle del Mincio, se fosse stato scelto da chi avesse l’incarico di tutta la Strada, non sarebbe stato nè quello scelto da chi lavorasse solo sulla destra, nè quello scelto da chi solo lavorasse sulla sinistra.

E ciò che si dice della scelta del punto di passaggio ripetasi a maggior ragione dell’altezza che potrebbe venire attribuita a’ questo passaggio. La condizione incassata fra alte sponde ineguali del Mincio da luogo a molta latitudine fra i limiti di questa altezza, e quindi potrebbe accadere che da una parte si desiderasse di tener il passaggio più alto per accomodarvi meglio la discesa dall’una sponda, e dall’altra parte si desiderasse di tenerlo più basso per profittare di una naturale disposizione del suolo che offrise la sponda opposta.

Potrebbe in conseguenza accadere facilmente che i due ingegneri non giungessero a porsi d’accordo. E allora l’imbarazzo sarebbe gravissimo, perchè in un argomento totalmente tecnico nè le Commissioni riunite nè la stessa Società sarebbero idonee a decidere. Bisognerebbe dunque rimettere il giudizio ad un terzo ingegnere di una riputazione, di una probità e di una conoscenza de’ luoghi così ben stabilita, da non poter soggiacere ad eccezione veruna. Se non che potrebbe succedere che nuove difficoltà, nuovi dispareri la nomina di tale ingegnere facesse insorgere, e che di difficoltà in difficoltà passando, si lasciasse trascorrere un tempo prezioso con assoluto discapito della intrapresa. Nè il ripiego da taluno suggerito di formare una commissione consulente di tre ingegneri potrebbe avere miglior risultato, perchè è egli mai probabile che le Commissioni fondatrici si accordassero nella scelta di