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158 notte quarta

muove gli ardenti suoi splendidi rai,
di lei piú bella, Amor, non vidi mai.
     Dico, felice è in vita
non chi la vede pur, ma chi parole
d’angelico intelletto
l’ode formar con la sua santa bocca:
grazia che forse a pochi oggidí tocca.
Oh me ben nato, se d’un tanto oggetto
e ben cosí perfetto
degno per sua mercè qua giú mi sia,
e veggia il fin della speranza mia.

La canzone fu diligentemente ascoltata e commendata da tutti. Ma vedendo la signora che ella al suo fine era giá pervenuta, comandò a Fiordiana, a cui la prima favola della quarta notte toccava, che mettesse mano ad una, e l’ordine dell’incominciato trastullo seguisse. La quale, non men desiderosa di dire che d’ascoltare, in cotal maniera a dire incominciò: