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92 notte seconda

mi cruccia e tormenta, vi prometto di farvi un dono, che sempre felice sarete. — Messer Gasparino, che mai non aveva mossa parola di simil cosa, tutto stupefatto rimase, e negò sè mai aversi dá vanto di simil cosa. Il gentiluomo che poco discosto era, accostatosi a lui, disse: — Non vi arricordate, maestro, quando voi diceste sí e sí? — E messer Gasparino con intrepida ed aperta fronte il tutto negava. Stando adunque in questa contenzione ambeduo, e l’uno affermando e l’altro negando, disse il duca: — Ponete silenzio alle parole, ed a voi, maestro Gasparino, io do termine tre giorni di maturamente pensare ai casi vostri; e se voi da tal miseria mi scioglierete, io vi prometto darvi in dono il piú bel castello che si trovi sotto il mio potere, ed oltre ciò voi potrete disporre di me come della persona propia. Ma se altrimenti farete, tenetevi certo che, oggi otto giorni, sarete tra due colonne del mio palazzo per la gola sospeso. — Messer Gasparino, inteso il fiero voler del duca, molto rimaricato rimase: e partito da lui, giorno e notte pensava come lo spirito trarre di dosso li potesse. E venuto il termine statuito, messer Gasparino al duca ritornò, e fattolo stendere sopra uno tappeto in terra, cominciò il maligno spirito scongiurare che uscire di quel corpo dovesse e che piú non lo tormentasse. Il demonio, che indi quetamente si posava, nulla in quel punto li rispose, ma al duca sì fattamente gonfiò la gola, che quasi si sentí morire. Ripetendo allora mastro Gasparino il suo scongiuro, disse il Demonio: — O compare mio, voi avete il buon tempo. Io me ne sto bene ed agiato, e volete che quindi mi parti? Voi vi affaticate in vano; — e del compare assai se ne rideva. Tornato messer Gasparino la terza volta a scongiurarlo, ed addimandatolo di piú cose, e di continovo chiamandolo compare, nè potendosi imaginare chi egli si fusse, al fine lo costrinse a dire chi egli era. A cui rispose il demonio: — Dopo che io sono costretto a confessarvi il vero e manifestarmi chi io sono, sappiate ch’io sono Pangrazio Stornello, marito di Silvia Ballastro. Non lo sapete voi? Pensate forse ch’io non vi conosca? Non siete voi messer Gasparino Boncio, mio