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134 notte decima

e parte da l’altro; e voleva in ogni modo sapere qual mi pesava piú, il capo o la coda. — Disse il leone: Ti prometto sopra la fede mia di non molestarti piú in conto alcuno, e fin’ora veggo e chiaramente conosco che del monte sarai patrone. — Indi partiti, aggiunsero ad un fiume largo e impetuoso; e disse il leone: — Voglio, Brancaleone mio, che l’uno e l’altro di noi dimostra50 il valor suo nel varcar il fiume. — Io ne son contento, disse Brancaleone; m— a voglio che tu sii il primo a valicare. — Il leone, che sapeva ben nuotare, con molta destrezza varcò il fiume; e postosi sopra la sponda del fiume, disse: — Compagno, che fai? varca ancor tu. — L’asino, veggendo di non poter mancare della promessa, si gettò nell’acqua, e tanto nuotò, che venne a mezzo del fiume; e costretto dal ravogliamento dell’acqua, ora andava col capo in giú e ora co’ piedi, e ora sì fattamente si sommergeva, che di lui nulla o poco si vedeva. Il che veggendo il leone e l’ingiuriose parole nell’animo rivogliendo, da un canto molto temeva soccorrerlo, da l’altro temeva che, liberato, non l’uccidesse. Laonde stando tra il sí e ’l no, determinò, intravenga ciò che si voglia, d’aiutarlo. Ed attuffatosi nell’acqua, se gli accostò appresso; e presolo per la coda, tanto tirò, che lo condusse fuor d’acqua. L’asino, vedendosi sopra la riva del fiume e già sicuro dalle minacciose onde, tutto si turbò; e d’ira acceso, ad alta voce disse: — Ahi, tristo! ahi, ribaldone! non so che mi tenga che io non scocchi la ballestra mia, e ti faci sentire quello che non vorresti. Tu sei la mia seccagine e la privazione d’ogni mio piacere. E quando, misero me, arrò il maggior solazzo? — Il leone, piú timoroso che prima divenuto, disse: — Io, compagno mio, fortemente temeva che tu non t’affocassi nel fiume, e però venni e ti aiutai, pensando di farti cosa grata, e non spiacere. — Or non dir piú, — disse l’asino: — ma una sol cosa desidero da te sapere: qual frutto, qual utile hai tu conseguito del tuo varcare il fiume? — Nulla, r— ispose il leone. — Ma l’asino, voltatosi, disse: — Guata bene se nel fiume sentiva piacere. — E crollatasi la persona e l’orecchie, che erano piene di acqua, li mostrò e pesciculi e gli