Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/142

Da Wikisource.
136 notte decima

e i monti, e io me ne sono stato qui d’intorno, e, prostrato a terra, con le natiche presi tante gracchie e tanti altri animali, che mi sono, come tu vedi, lautamente pasciuto. E questa sola mi è rimasta nelle natiche, la quale a tuo nome riservai, e pregoti che per amor mio la prendi. — Allora il leone maggiormente si paventò; e presa la gracchia per amor dell’asino, quella tenne, e senza dir altro, ritornò alla preda. E caminando di galoppo, non però senza timore, s’incontrò nel lupo, che molto in fretta se n’andava. A cui disse il leone: — Compare lupo, dove andate, cosí soletto, in fretta? — Rispose il lupo: — Io me ne vo per un servigio molto importante. — E pur il leone cercava intrattenerlo; ma il lupo, temendo della vita, fortemente instava che no ’l tenesse a bada. Il leone, vedendo il gran pericolo nel quale incorreva il lupo, sollecitava che piú innanzi andar non dovesse: — perchè poco discosto di qua vi è Brancaleone, animal ferocissimo, il quale porta una ballestra sotto la coda che mena gran vampo, e mal’è per colui che sotto s’abbatte. Ed oltre ciò ha certa cosa di pelle sopra il dorso, che in maggior parte lo copre, ed è di pelo biso; e fa gran fatti, e paventa ciascuno che se gli avicina. — Ma il lupo, che per gli indizii dati apertamente s’accorgea qual fusse l’animale di cui il leone parlava, disse: — Compare, non abbiate timore; perciò che egli s’addimanda l’asino, ed è il piú vil animale che la natura creasse, e non è da altro se non da soma e da bastone. Io solo a’ giorni miei ne divorai piú d’un centenaio. Andiamo dunque, compare, sicuramente, e vederete la prova. — Compare, — disse il leone, — io non voglio venire; e se voi vi volete andare, andatene in pace. E pur replicava il lupo, che il leone non avesse timore. Vedendo il leone il lupo star fermo nel suo pensiero, disse: P— oscia che voi volete che io venga con voi e mi assicurate, voglio che s’avinchiamo le code strette l’una con l’altra, acciò che, come sarà da noi veduto, non scampiamo, nè alcun di noi rimanga in podestà di lui. — Annodatesi strettamente le code, andarono a ritrovarlo. L’asino, che in piedi era levato e di erba si pasceva, vide