Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/15

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favola prima 9

conobbe lei esser gravida, e fingendo di non saperlo, disse: — Comare, come vi sentete?3 Vi par forse strano della partenza di messer Artilao vostro marito? — Rispose madonna Daria: — Certo sí, messer compare, e molti rispetti, e maggiormente per trovarmi ne’ termini che ora mi trovo. — Ed in quai termini, — disse messer Liberale, — vi trovate? — Gravida in tre mesi, — rispose madonna Daria; — ed ho una gravedanza sí strana, ch’io non ebbi mai la peggiore. — Il che sentendo, il compare disse: — Dunque, comare, voi siete pregna? — Cosí fosse il compare, rispose madonna Daria, ed io sarei digiuna. —

Dimorando messer Liberale in tali ragionamenti colla comare, e vedendola bella, fresca e ritondetta, in tal maniera del suo amor s’accese, che dí e notte non pensava ad altro salvo ch’a conseguir il disonesto suo desire; pur l’amor del compare lo rimoveva alquanto. Ma spronato dall’ardente amore che lo struggeva, s’accostò a lei, e disse: — Oh quanto, comare mia, m’incresce e duole che messer Artilao sia da voi partito, e lasciata pregna, perciò che per la sua presta partenza, egli s’avrà di leggieri domenticato finire la creatura, che nel ventre portate. E da questo forse prociede la mala gravidezza ch’avete. — Rispose la comare: — Avete voi, o mio compare, cotesta opinione che la creatura che io tengo nel ventre, sia di qualche membro manchevole, e ch’io per questo patisca? — Veramente, — disse messer Liberale, — io sono di questa opinione; e tengo per certo che messer Artilao, mio compare, sia mancato farle tutte le sue membra intiere. E di qua prociede che uno nasce zoppo, l’altro attratto, e chi in un modo, e chi un altro. — Questo che voi dite, compare, mi va forte per capo, — disse la comare; — ma che rimedio sarebbe a questo, acciò che io in tal errore non incorresse? — Ah, comare mia! — disse messer Liberale; — state di buona voglia, nè vi smarrite punto: perciò che ad ogni cosa si trova rimedio, fuori che alla morte. — Io vi prego, rispose la comare, per quell’amore che portate al compare, che mi date questo rimedio; e quanto piú presto me lo darete, tanto piú vi sarò tenuta, nè sarete