Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/233

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favola undecima 227

quantunque tra questi onorandi padri, il piú infimo e il men dotto e il men eloquente meritamente dir mi possa per esser povero e di poca estimazione, nondimeno per obedire a’ precetti di vostra sublimità, mi sforzerò, in quanto per me si potrà, di dichiarirle l’origine del mal suo, indi darolle una norma e una regola, che nell’avenire sano viver potrà. Sappiate, signor mio, che l’infermità vostra non è a morte, perciò che non è causata da fondamento fermo, ma da sforzato e non aveduto accidente, il quale, sí come tostamente venne, cosí ancor prestamente si risolverà. Io, acciò che riabbiate la pristina sanità, non voglio altro da voi, eccetto la dieta, prendendo un poco di fior di cassia per rinfrescar il sangue. Il che fatto, in otto giorni resterete sano. Riavuta la sanità, se voi vorrete lungo tempo conservarvi sano, osservarete questi tre precetti. Il primo, che voi teniate il capo ben asciutto- Il secondo, ch’abbiate i piedi caldi. Il terzo, che ’l cibo vostro sia da bestia. Le quai cose sí voi porrete in essecuzione, lungo tempo camparete, e sano e gagliardo viverete. — I medici, inteso il bel ordine dato da Gotfreddo al re circa la norma del suo vivere, si misero in tanto riso, che quasi si smassellavano da ridere; e voltatisi verso il re, dissero: — Questi sono i canoni, queste sono le regole di maestro Gotfreddo, questi sono gli suoi studii. Oh che bei rimedii, oh che buone provisioni da esser fatte a un tanto re! — e in tal maniera lo schernivano. Il re vedendo le tante risa che i medici facevano, comandò che ognuno tacesse, e dal ridere oramai cessasse, e che maestro Gotfreddo rendesse la ragione di tutto quello che avea proposto. — Signor mio, — disse Gotfreddo, — questi miei onorandissimi padri, molto esperti nell’arte della medicina, si maravigliano non poco dell’ordine da me dato cerca il viver vostro: ma se considerasseno con saldo giudicio le cause, per le quali vengono l’infermità a gli uomini, forse non si riderebbeno; ma attenti starebbeno ad ascoltare colui, che forse. con sua pace il dico, è piú savio e piú perito di loro. Non prendete adunque maraviglia, sacra corona, della proposta mia; ma abbiate per certo tutte l’infermità che vengono agli uomini, nascere o da riscaldamenti, o da freddo