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che giá in questo caso si presenta l’influsso, adoperò sempre piú addentro le sue forbici nelle edizioni posteriori al ’63: come e quanto, può trovarsi descritto nella mia prefazione su citata all’edizione di Bologna 1898-1908. Nella quale, pubblicata per cura della R. Commissione pe’ testi di lingua nelle Provincie dell’Emilia, dopo piú di tre secoli le P. N. riapparvero nella loro forma integrale e originaria essendo state riprodotte principalmente sulle edizioni del 1550 e 1551 pel primo libro e su quelle del 1553 e 1554 per il secondo, tenuto il debito conto delle edizioni del ’56 e del ’58.

Ristampando ora le fiabe e novelle delle P. N., mi sono naturalmente attenuto al testo dell’edizione di Bologna che ho tuttavia riveduto e ritoccato, specie nella punteggiatura; e in ultimo ho segnalato alcune varianti tratte particolarmente dalla ediz. 1558 per il primo libro e dalle edizioni 1556 e 1558 per il secondo. Ma non ho credulo di dover fissare in forme costanti la varia grafia antica di molte parole e flessioni, ed ho lasciato, p. es., alciò e alzò; albero, arbavo, albovo; fuoco e fuogo; orecchi e orecchie; limosina e limosena; di, de, de'; fosse e fusse; dopo, dopo’, doppo; e simili.

Ho omesso la nov. VIII, 3, ripudiata, come s’è detto, dallo stesso autore. Ho anche omesso gli aridi e monotoni cenni di commento con cui la brigata accoglie la narrazione delle novelle, e le chiuse delle Notti che sono di una desolante uniformitá; a darne un’idea ho fatto eccezioni per la novella I, 1 e per la Notte I; qualcosa di nuovo e di vario leggesi nelle chiuse delle Notti V e XIII, e perciò le ho conservate. Parimenti sono omessi gli enimmi; del modo abituale come sono proposti e risoluti può offrire esempio quello riportato nel sèguito della nov. I, 1: e ne trascegliamo qui per saggio alcuni altri.

I (IV, 3)

     Sovra il superbo monte di Chiraldo,
cinto di forte siepe d’ogni intorno,
un vidi star con occhio di ribaldo,
quando piú scalda il sol del Tauro il corno.
La spoglia ha di finissimo smeraldo;
ragiona, ride e piange tutto il giorno.
Il tutto detto v’ho: restami il nome;
vorrei saper da voi com’ai si nome.
Il papagallo .