Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/54

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48 notte settima

intendeva quello si dicesse. Il papa, che era alquanto occupato con un cardinale, disse al cardinale: — Odi tu che odo io? — Beatissimo padre, sí, — rispose il cardinale. Ed avedutosi il papa, che ogni linguaggio ottimamente sapea, del burlo che faceva Cimarosto al vescovo, rise e gran piacere ne prese. E fingendo di ragionar col cardinale, acciò che la cosa piú in lungo si traesse, gli voltò le spalle. Avendo adunque Cimarosto e il vescovo per gran spazio con grandissimo piacer del papa contrastato insieme, nè intendendo l’uno e l’altro il suo linguaggio, finalmente disse Cimarosto latinamente al vescovo: — Di qual città sete voi? — A cui rispose il vescovo: — Io sono della città di Nona. — Allora disse Cimarosto: — Monsignor mio, non è maraviglia se voi non intendevate il parlar mio, nè io il vostro; perciò che, se voi sete da Nona, e io sono da compieta. — Sentita il papa la pronta e arguta risposta, si mise col cardinale in sí fatto riso, che quasi si smassellava. E chiamatolo a sè, l’addimandò chi egli era, e di dove venea, e che andava facendo. Cimarosto, prostrato a terra e basciato il piede al santo padre, rispose esser bresciano, e nominarsi Cimarosto, e esser venuto da Brescia a lui per ottenere una grazia da sua santità. Disse il papa: — Addimanda quel che vuoi. — Io, rispose Cimarosto, altro non voglio da vostra beatitudine, se non venticinque staffilate, e delle migliori. — Il papa, udendo la sciocca dimanda, molto si maravigliò, e assai se ne rise. Ma pur Cimarosto fortemente instava che la grazia li fosse concessa. Il papa, vedendolo persistere in cotal suo volere, e conoscendo lui dir da dovero, fece chiamare un robustissimo giovane, ed ordinòli che in presenza sua gli desse venticinque buone staffilate per suo amore. Il giovane, ubedientissimo al papa, fece spogliar Cimarosto nudo come nacque; e preso un sodo staffile in mano, voleva essequire il comandamento impostoli dal papa. Ma Cimarosto con chiara voce, disse: — Fermati, giovane, e non mi battere. — Il papa, veggendo la pazzia di costui, e non sapendo il termine, scopiava dalle molte risa; e comandò al giovane che si fermasse. Fermatosi il giovane, Cimarosto cosí ignudo s’inginicchiò24 dinanzi