Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/130

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lui tanto desiata. L’onesta donna, veduto che ebbe il giovane lascivo armato, più tosto al mal fare che al bene tutto inchinevole, molto si smarrì, e nel viso, come persona morta, pallida divenne, e più volte volse gridare; ma pensando che nulla farebbe, prese partito di tacere e metter l’onor suo nelle mani d’Iddio, in cui molto si fidava. E preso pur alquanto d’ardire, e voltato il viso contra a Carlo, così gli disse: Carlo, non so con qual animo e con qual arroganza sei tu qui venuto a contaminare la mente di colei che onestamente viver desidera. Se tu sei venuto per bene, Iddio, munerator del tutto, ti dia ogni giusto e onesto contento; ma quando altrimenti fusse, il che Iddio no ’l voglia, tu faresti gran male a voler con vituperio conseguire quello che non sei per mai avere. Spezza adunque e rompi cotesta sfrenata voglia, nè vogli tuore alla figliuola mia quello che tu rendere non le puoi giamai, cioè l’onor del corpo suo. E quanto più tu sei di lei innamorato, tanto ella maggior odio ti porta, essendo tutta data alla virginità. Carlo, udite le compassionevoli parole della vecchiarella, assai si turbò; nè per questo si mosse dal suo fiero proponimento, ma come pazzo si mise per ogni parte della casa a ricercarla: e, non la ritrovando, al luoco della picciola cucina se ne gì, e trovatala rinchiusa, pensò che ella, come era, dentro vi si fusse: e guatando per una fissura della porta vide la Teodosia che in orazioni si stava, e con dolcissime parole la cominciò pregare che aprire lo volesse, in tal guisa dicendo: Teodosia, vita della mia vita, sappi che io non sono qui venuto per macolare l’onor tuo, lo quale più che me stesso amo, e lo reputo mio: ma per accettarti per propria moglie, quando ed a te ed alla madre tua fusse a grado. Ed io vorrei esser