Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/208

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aperta la finestra, il valoroso giovane aspettò; e con esso lui agiatamente cenò. Ed addimandatala da capo di che vestimento nel sequente giorno addobbar si dovesse, li rispose: Di raso cremesino, tutto ricamato di oro, e di perle; ed altresì la sopraveste del cavallo sarà in tal guisa guarnita, perciò che in tal maniera sarò ancor io vestita. — Donna, disse Fortunio, se dimane per aventura io fussi alquanto più tardo dell’usato nel venire in giostra, non ve ne maravigliate; perciò che non senza causa tarderò la venuta mia. Venuto il terzo giorno e l’ora del giostrare, tutto il popolo il termine del glorioso triunfo con grandissima allegrezza aspettava; ma niuno dei giostranti, per la smisurata fortezza del prode cavaliere incognito, ardiva di comparere. E la dimoranza del cavaliere troppo lunga non pur al popolo generava sospetto grandissimo, ma ancora alla donzella: quantunque della dimora ne fusse consapevole. E vinta da interno dolore, non se ne avedendo alcuno, quasi tramortita cadde. Ma poi ch’ella sentì Fortunio avicinarsi alla piazza, gli smarriti spiriti cominciorono a ritornare ai loro luochi. Era Fortunio d’un ricco e superbo drappo vestito, e la coperta del suo cavallo d’oro finissimo, tutta dipinta di lucenti rubini, di smeraldi, di zaffiri e di grossissime perle, le quali secondo il giudizio universale un stato valevano. Giunto in piazza il valoroso Fortunio, tutti ad alta voce gridavano: Viva, viva il cavalier incognito: e con un spesso e festoso batter de mani fischiavano. Ed entrato nella sbarra, sì coraggiosamente si portò, che mandati tutti sopra la nuda terra, della giostra ebbe il glorioso trionfo. E sceso giù dal potente cavallo, fu dai primi e dai maggiori della città sopra i loro omeri sollevato; e con sonore trombe ed altri