Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/306

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ciamente bevuto. Andatasene a casa, la buona donna disse lietamente al marito: Marito mio, ora noi abbiamo trovata la ventura nostra: vedi la poavola; — ed un’ora mille anni le pareva che venisse notte per farsi ricca. Sopragiunta la buia notte, la donna prese la poavola; e fatto un buon fuogo, le unse lo stomaco e le rene: ed infasciata in bianchi pannicelli, nel letto la pose, e spogliatasi ancora ella, appresso la poavola si coricò. Fatto il primo sonno, la poavola si destò, e disse! Madonna, caca! — e non disse: Mamma, caca! — perciò che non la conosceva; e la buona donna, che vigilante stava aspettando il frutto che seguirne doveva, levatasi di letto, e preso un panno di lino bianchissimo, glie lo puose sotto, dicendo: Caca, figliuola mia, caca! La poavola, fortemente premendo, invece di danari, empì il panno di tanta puzzolente feccia, che appena se le poteva avicinare. Allora disse il marito: Vedi, o pazza che tu sei, come ella ti ha ben trattata; e sciocco sono stato io a crederti tale pazzia. Ma la moglie, contrastando col marito, con giuramento affermava, sè aver veduto con gli occhi propi gran somma di danari per lei cacata. E volendo la moglie riservarsi alla notte seguente a far nuova isperienza, il marito, che non poteva col naso sofferire il tanto puzzore che egli sentiva, disse la maggior villania alla moglie, che mai si dicesse a rea femina del mondo; e presa la poavola, la gittò fuori della finestra sopra alcune scopazze che erano a rimpetto della casa loro. Avenne che le scopazze furono caricate da alcuni contadini lavoratori di terre sopra di un carro; e senza che alcuno se n’avedesse, fu altresì messa la poavola sul carro: e di quelle scopazze fatto fu alla campagna un lettamaro da ingrassare a suo luogo e tempo il terreno. Occorse che Drusiano Re, andando un giorno per suo diporto alla caccia, gli venne una grandissima volontà di