Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/348

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lente lussuria, del corpo e della borsa nemica, e erasi in quella tanto assuefatta e nodrita, quanto mai donna nel mondo si trovasse, non era via nè modo, che ella da tal vizio astenere si potesse. E quantunque di dì in dì mancasse l’umido radicale, per lo quale tutte le piante s’appigliano, crescono e augumentano, non però cessava il desiderio di adempire il suo malvagio e disordinato appetito. Vedendosi adunque madonna Modesta del giovenil favore totalmente priva, nè più esser accarecciata nè losingata da leggiadri e vaghi giovanetti come prima, fece nuovo proponimento. E messasi al balcone, cominciò vagheggiare quanti famigli, bastasi, villani, scoppacamini e poltroni, ch’indi passavano; e quanti ne poteva avere, tanti ne traeva in casa alla sua divozione, e di loro prendeva il suo consueto piacere. E sì come ella per l’adietro voleva dagli amanti suoi un paio di scarpe, secondo la qualità e condizione loro, per premio della sua insaziabile lussuria, così pel contrario ella ne donava un paio per guidardone di sua fatica a colui ch’era maggior gaglioffo, e che molto meglio le scuoteva il pilizzone. Era venuta madonna Modesta a tal condizione, che tutta la vil canaglia di Pistoia concorreva a lei, chi per prendersene piacere, chi per beffarla e traggersene di lei, e chi per conseguire il vituperevole premio che ella gli donava. Nè passorono molti giorni, che ’l magazzino, che era pieno di scarpe, quasi vuoto rimase. Avenne che un giorno messer Tristano volse secretamente vedere come passava la mercatanzia della moglie sua; e prese le chiavi del magazzino — lei nulla sapendo — l’aprì: ed entratovi dentro, trovò che quasi tutte le scarpe erano smarrite. La onde messer Tristano tutto ammirativo stette alquanto sopra di sè: pensando come la moglie avesse dispensate tante paia di scarpe, quante erano nel ma-