Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/64

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desideroso il prete di andare in gloria, e dubitando che il cherichetto non li togliesse la volta entrando prima che lui nel sacco, finse di aversi domenticato il breviario a casa, e disse al cherichetto: Va a casa, e guata nella camera mia, e recami il mio breviario che mi ho domenticato sul scanno. Mentre che ’l cherichetto andò a casa, pre Severino riverentemente accostossi all’angelo e con grandissima umiltà nel sacco si misse. Cassandrino trincato, malizioso e astuto, vedendo il suo disegno riuscir bene, subito chiuse il sacco e strettamente legollo; e, trattosi di dosso il camice sacerdotale e posto giù lo diadema e le ali, fece un viluppo, e, messolo col sacco sopra le spalle, verso Perugia se ne andò. E, fatto il chiaro giorno, entrò nella città; ed a convenevole ora appresentò il sacco al pretore, e scioltolo trasse fuori pre Severino. Il quale, più morto che vivo, trovandosi in presenza del pretore ed accorgendosi esser deriso, fece gran querela contro lui: altamente gridando come egli era stato assassinato ed astutamente posto nel sacco non senza suo disonor e danno, pregando sua altezza che dovesse far giustizia e non lasciare cotale eccesso senza grandissimo castigamento: a ciò che la sua pena sia chiaro e manifesto essempio a tutti gli altri malfattori. Il pretore, che già aveva inteso il caso dal principio al fine, quasi dalle risa non si poteva astenere; e voltatosi verso pre’ Severino così li disse: Padrezzuolo mio, state cheto e non vi sgomentate; perciò che noi non vi mancheremo di favore e di giustizia, ancor che questa cosa, sì come noi potiamo comprendere, sia stata una berta. E tanto seppe fare e dire il pretore, che lo attasentò; e, preso un sacchetto con alquanti fiorini d’oro, glielo puoso in mano, e ordinò che fusse fin fuori della terra accompagnato. E voltatosi verso Cassandrino disse: Cassandrino, Cas-