Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/76

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trovandosi veruno in sì ingeniosa compagnia che della dura scorza il vero senso traere sapesse, disse Cateruzza: Piacevoli donne, il senso del mio enimma è, che trovandosi un fabro avere per moglie la sorella d’un prete, ed essendosi ambe doi posti alla mensa per cenare, sopragiunse il prete: e così erano quattro, cioè la moglie con il fabro, suo marito, e la moglie del fabro col prete, che le era fratello. Ed avvenga che paresseno quattro, nondimeno erano se non tre; e ciascuno di loro prese mezzo un pane, e tutta tre contenti rimaseno. Dopo che Cateruzza pose fine al suo arguto enimma, la Signora fece cenno ad Eritrea che l’ordine seguisse; la qual tutta festevole e ridente così disse.


FAVOLA IV.


Tebaldo, Prencipe di Salerno, vuole Doralice, unica sua figliuola, per moglie; la quale, perseguitata dal padre, capita in Inghilterra, e Genese la piglia per moglie, e con lei ha doi figliuoli, che da Tebaldo furono uccisi: di che Genese Re si vendicò.


Quanta sia la potenza d’amore, quanti li stimoli della corrottibile carne, penso che non sia alcuna di noi che per isperienza provato non l’abbia. Egli, come potente signore, regge e governa senza spada a un solo cenno lo imperio suo: sì come per la presente favola, che raccontarvi intendo, potrete comprendere.

Tebaldo, Prencipe di Salerno, amorevoli donne, sì come più fiate udii dai nostri maggiori ragionare, ebbe per moglie una prudente e accorta donna e non di basso legnaggio, e di lei generò una figliuola che di