Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/83

Da Wikisource.

— 51 —

le scale e venuto in sala, dalla Reina non fu conosciuto, perciò che ella del padre più non si pensava: ma ben il mercatante conobbe la figliuola. La Reina adunque, veduti i fusi e le rocche di maravigliosa bellezza, addimandò al mercatante quanto ciascuna di esse appreciava. Ed egli — Molto, rispose. Ma quando fosse aggrado a vostra altezza ch’io dormisse una notte nella camera de’ duo figliuoli vostri, io in ricompensamento le darei tutte queste merci in dono. La Signora, semplicetta e pura, non avendo del mercatante alcuno sinistro pensiero, a persuasione delle sue donzelle li consentì. Ma, prima che messo fusse dalle serventi a riposare, le donzelle con la Reina determinorono di dargli una bevanda di alloppiato vino. Venuta la notte, e fingendo il mercatante di esser stanco, una delle damigelle lo menò nella camera i figliuoli del Re, dove era apparecchiato un bellissimo letto; e, innanzi che lo ponesse a riposare, disse la donzella: Padre mio, avete voi sete? A cui rispose: Sì, figliuola mia; — e, preso un bicchiere che d’argento pareva, li porse l’alloppiato vino. Ma il mercatante, malizioso ed astuto, prese il bicchiere, e, fingendo di bere, tutto il vino sopra le vestimenta sparse, ed andossene a riposare. Era nella camera de’ fanciulli un usciolo, per lo quale nella stanza della Reina entrare si poteva. Il mercatante nella mezza notte, parendoli ogni cosa cheta, tacitamente nella camera della Reina entrò; e, accostatosi al letto, le tolse un coltellino che per l’adietro adocchiato aveva che la Reina al lato portava; e, gitosene alla culla dov’erano i fanciulli, ambeduo uccise, e subito il coltellino, così sanguinoso, nella guagina ripose; e, aperta una finestra, si calò giù con una fune tutta nodosa: e la mattina nell’aurora andatosene ad una barbaria si fece radare la lunga barba, acciò che conosciuto non fusse: